Riscoprire i colori, i profumi e i sapori del territorio con gli Amici del Molino Scodellino
Il Molino Scodellino
Il Molino Scodellino, che si trova a Castel Bolognese in via Canale 7, è un’affascinante testimonianza storica risalente al XIV secolo, e già da tempo è stato posto sotto tutela dal Ministero per i Beni Architettonici ed Ambientali, Soprintendenza di Ravenna.
Alla sua guida oggi c’è l’associazione Amici del Molino Scodellino che da un paio d’anni ha ottenuto il sostegno della BCC della Romagna Occidentale per l’impegno che mette nelle attività culturali estive (presentazione di libri, mostre d’arte, cinema all’aperto, concerti e recite) nonché nella divulgazione delle antiche lavorazioni di una particolare farina semi integrale, prodotto tipico del territorio castellano.
“Il Molino Scodellino ha ripreso a macinare farina, in regola con i requisiti produttivi e distributivi, grazie al nostro impegno e all’aiuto del mugnaio Naldoni, che ci ha messo in condizione di realizzare questo progetto - racconta Rosanna Pasi, presidente dell’associazione che gestisce lo storico spazio che sorge sul canale di Castel Bolognese -. La vicinanza della Banca è un segnale che la nostra attività è importante e merita di essere sostenuta con attenzione e lungimiranza, non solo dal punto di vista turistico ma anche educativo e di recupero delle tradizioni”.
Recuperare le tradizioni alimentari del territorio
Gli Amici del Molino Scodellino, infatti, non si limitano a produrre e commercializzare una specifica farina semi integrale ma attraverso la sua distribuzione è riuscita a dare vita a una filiera virtuosa che dal grano porta a prodotti artigianali creati da aziende che si trovano lungo il canale dei mulini, che dalla Vena del Gesso scende al Delta del Po e al mare.
“Le aziende che sorgono lungo la nostra via d’acqua e che collaborano con noi realizzano biscotti, pasta, grissini e altri prodotti da forno - prosegue Rosanna Pasi -, e utilizzano rigorosamente ingredienti del territorio. È un’attività a cui teniamo moltissimo perché ci restituisce i colori, i profumi e i sapori di una volta. Emozioni che oggi non conosciamo più e che noi proviamo a far rivivere”.
Portare colori, profumi e sapori di una volta ai giovani
Un’idea divulgativa che l’associazione porta anche alle scuole che spesso accompagnano gli studenti in visita al mulino castellano. “Vogliamo far capire ai bambini e ai giovani la bellezza di ritrovare i sapori e i profumi di una volta, attraverso i nostri prodotti. È questa la sfida che ci siamo posti per i prossimi anni - spiega Pasi -. Oggi rappresentiamo il Molino Scodellino a un tavolo di lavoro gestito dal comune di Faenza e vogliamo allargare il nostro raggio d’azione raggruppando le forze che lavorano a sostegno dell’agricoltura. L’obiettivo è far conoscere ai giovani le nostre tradizioni grazie a ciò che esiste e si fa al Molino Scodellino. Un altro desiderio è quello di distribuire i nostri prodotti e la nostra farina in alcuni ristoranti selezionati, in Italia e all’estero. Sappiamo che è un prodotto di nicchia ma siamo certi che avremo la loro attenzione”.
La storia del Molino Scodellino
Il Molino Scodellino sorge sul canale di Castel Bolognese che, in qualche modo, ha dato una forma al territorio lungo cui scorre, sia dal punto di vista topografico sia da quello economico. “I mulini in origine macinavano solo con l’acqua - racconta Rossana Pasi -. Prima dell’acqua la forza motrice era data dagli animali, poi dagli schiavi, poi dalle donne. Il nostro mulino, che aveva un ritrecine (ruota di legno a pale dentate, che, mossa dalla forza di caduta dell'acqua, consente nei mulini ad acqua il movimento rotatorio della macina, ndr) funzionante fino al 1953, è stato costruito sul finire del 1300, quando il senato di Bologna decretò la fondazione del Castrum Bononiense (oggi Castel Bolognese, ndr). Nel 1982 il mulino castellano smise di macinare per riprendere nel 2016 con una macina del 1843.
Lungo i tempi il canale, artificiale e realizzato nel medioevo per servire il castrum, ha servito numerosi mulini e oggi ne sono rimasti solo due: lo Scodellino, che è pubblico, e il Calcagni, che è di proprietà privata”.
L’acqua e la sua forza alluvionale
Una storia dal grande fascino per un luogo che negli ultimi anni ha subito gli insulti della forza naturale che gli dà azione. “Tutte le volte che il canale supera la portata naturale, che è poca, tracima a fianco del mulino - ricorda Rossana Pasi -, ma prima del maggio 2023 non avevamo capito la reale forza dell’acqua. L’anno scorso ha tracimato due volte: la prima volta, a inizio maggio, ha rotto circa una trentina di metri della strada che porta al mulino, la seconda volta, a metà del mese, ha rotto tutta la strada, con la ghiaia e i ciottoli che si sono depositati sotto il mulino, e con l’acqua che ha superato il metro d’altezza all’interno della struttura. È stata una cosa spaventosa, che ha rischiato di ripetersi a settembre di quest’anno, fortunatamente provocando meno danni di quanto temessimo. Quando l’acqua esce ha una forza straordinaria e non dobbiamo sottovalutarla”.